Le streghe in Valtellina – Studio su vari documenti editi ed inediti.

Pubblicato

Le streghe in Valtellina è un libro di Vittorio Spinetti del 1903 che descrive in maniera breve e coincisa gli anni bui della caccia alle streghe e dell’inquisizione in Valtellina.

Premessa:
Non è stato facile per me trovare ed acquistare questo libro.
Nelle librerie della zona e non solo, sembrava ormai impossibile trovarne una copia e tutti consigliavano di aspettarne una ristampa. Una persona/libraio aveva palesato la possibilità di acquistarlo di seconda mano ma i prezzi proposti a questo punto erano diventati troppo elevati.
L’ultima spiaggia fu la ricerca su internet, ma la risposta fu sempre: non disponibile.

Grazie alla mia aggiunta di una semplice spunta (✓), alla richiesta dell’ennesimo portale che mi chiedeva: “vuoi essere avvertito quando il libro tornerà disponibile?”, a distanza di mesi ricevetti una mail nella quale venivo informata che una copia usata del libro Le streghe in Valtellina era ora disponibile. Quando vidi che il prezzo era di pochi euro (veramente pochi, anzi pochissimi), acquistai il libro immediatamente e quando arrivò lo lessi in un giorno.

La copia del libro Le streghe in Valtellina – Studio su vari documenti editi ed inediti in mio possesso è una ristampa anastatica dell’edizione di Sondrio del 1903, stampata nel 1988 da Arnaldo Forni Editore. Quindi si tratta della riproduzione del libro originale senza l’alterazione del contenuto.

Le streghe in Valtellina – Studio su vari documenti editi ed inediti

*Tutte le parti tra virgolette in corsivo (es.“streghe”) sono trascritte dal libro senza nessuna modifica.

Come anticipato questo breve libro o meglio, come lo stesso autore descriveva la sua opera, questo studio su vari documenti editi ed inediti, permette una panoramica di cosa fu la caccia alle streghe in Valtellina negli anni del medio evo.
“La persecuzione contro la strega ci mostra precisamente sempre più chiaro il triste connubio dell’ignoranza colla religione e la politica, che forma la fiera crudele divoratrice dell’umanità”
Fin dall’inizio del libro è chiaro che l’autore critica aspramente il comportamento della chiesa cattolica e dei podestà che usarono la persecuzione contro le streghe come strumento di oppressione e dominio contro il popolo.

I numeri riportati sono impressionanti:“Filippo Limborch nella sua -Historia Inquisitionis- fa risalire il numero delle streghe, arse dagli inquisitori, a trentamila nello spazio di centoquarant’anni…” ed in Valtellina i processi per stregoneria erano oltre 1000 all’anno e più di cento persone erano annualmente messe al rogo. La persecuzione contro le streghe in Valtellina cominciò nel 1350 e continuò per 350 anni circa o forse ancora di più: “Ma la Spagna ardeva ancora una strega nel 1782, la Svizzera nel 1781, la Valtellina nel 1796, Roma ancor più tardi…”.
Ma già nel 1230 i frati domenicani si instaurarono in valle con la ferma intenzione di “estirparvi l’eresia….colle armi di S.Paolo: pazienza e dottrina.” ma non durò molto questa pacifica e non violenta intenzione: “Quanto poi durassero queste armi tutti lo sanno, e le pagine di sangue che la storia dell’Inquisizione ha registrato attestano ancora come tralignassero ben presto i discendenti di S.Domenico.”
Viene spontaneo chiedersi il perchè di tutta questa violenza e per così tanti secoli. Era solo colpa della chiesa e della politica?: “Sorpassando su molteplici altre cause che cooperano a tener viva per sì lungo tempo la persecuzione contro le streghe nella valle, sorpassando pure sui mezzi di cui disponevano autorità eclesiastiche e civili, dirò che l’ambiente stesso fisicamente era adatto più che mai ad accettare e mantenere le varie credenze sulla stregoneria.” Il maltempo, il vino che diventava imbevibile, le valanghe, le frane….erano tutti avvenimenti che venivano facilmenti associati alle streghe e/o a qualche maleficio: “…le credenze dovevano qui più che nelle città avere lunga durata, tanto è vero che tradizionalmente e innocue vi si mantengono ancora.”

Il libro continua descrivendo cosa e chi erano le streghe: “E’ oramai noto a tutti come la strige fosse un uccello notturno, che nell’opinione del volgo volasse sopra le culle dei bambini e loro succhiasse il sangue….” A loro si riconoscevano anche la capacità di presagire il futuro ed un certo grado di intelligenza e per questo chiamate anche “sagae”, appellativo derivato da “sagire” che corrispondeva a presagire.
Streghe, strige, sagae, ma anche “La dona del gioc di Albosaggia, di Morbegno” erano secondo la credenza “donne che sotto forma di uccello canta e grida di notte, ma non si lascia vedere….”

Ma la stregoneria non era solo una questione religiosa o una credenza: “La stregheria divenne poi uno dei migliori proventi per gli Inquisitori, poichè un terzo dei beni confiscati ai condannati di eresia, secondo fra Bernardo Rategno nella sua -Lucerna Inquisitorum- si devolveva al comune dove avveniva la condanna, l’altro terzo agli uffiziali del Santo Uffizio, il resto si adoprava per favorire la fede ed estirpare le eresie…”.
La persecuzione contro le streghe in Valtellina poteva contare anche su libri e manuali che elencavano le procedure da adottare come ad esempio: De strigiis e il già citato Lucerna Inquisitorum di Bernardo Rategno che furono presi ad esempio non solo in Valtellina, ma anche a Milano e a Roma. Ecco come Frate Bernardo descriveva le streghe: “-Queste persone si radunano in luoghi stabiliti nelle città e nelle ville in tempi fissati, specialmente durante la notte che precede il Venerdì. Appare loro il demonio in forma umana visibile: e quando vogliono sul principio essere di quella setta, o incominciano ad esserlo, prima di tutto rinnegano in presenza del diavolo e per comando di lui, la santa fede…” e continua così la sua descrizione: “-Le streghe, continua il citato inquisitore, narrano poi come o di nascosto si allontanino dalle case di loro abitazione, o fingano di uscire per qualche affare, e vadano al congresso o al gioco senza che quelli di casa ciò sappiano o pensino…”.
Queste descrizioni e rappresentazioni delle streghe della Valtellina erano raccolte durante le torture e i processi dell’inquisizione ed erano considerate come delle “spontanee confessioni”.
Ma per fare in modo che tutti temessero la chiesa e l’inquisitore si ricorreva alle minacce più sottili e crudeli: “…fra Bernardo Rategno, dopo aver dimostrato come le streghe siano veramente eretiche, apostate ed idolatre, conchiude che spetta agli inquisitori della eretica pavità il procedere contro di esse, e il punirle come gli altri eretici, perchè eretiche sono sia che realmente, sia che in sogno o per illusioni della fantasia vadano al gioco.”.
Per essere definita strega bastava veramente poco: essere nominate durante la confessione di una presunta strega sotto tortura poteva costare caro ma anche utilizzare le erbe selvatiche come rimedio a qualche malattia era considerato come un indizzio di stregoneria, in quanto la Chiesa aveva dichiarato che se una donna guariva un ammalato senza essere medico era sicuramente una strega e di conseguenza mandata al rogo.

Il libro dopo questo lungo capitolo che tratta dell’individuazione e della punizione della strega da parte dell’inquisitore, comicia a descrivere come e dove avvenivano gli incontri tra le streghe e il demonio. L’autore si meravigliava di come nel 1903, anno in cui fu stampato il libro, le credenze del popolo fossero ancora vive in Valtellina: “Che la tradizione della ridda dei demoni e delle streghe sia sparita dalla Valle, non è neppure da immaginarsi. Il tonale è ancora per il volgo ignorante della Valtellina e Valcamonica il luogo del Congresso degli spiriti e degli stregoni…”

Congressi notturni, diavoli, inquisitori e paura, con la Chiesa che affogava nelle ricchezze e nel frattempo gridava al popolo: Beati i poveri!
Oppressione e dominio ancora una volta utilizzati per confondere e mantenere nell’ignoranza le persone: “…affinchè l’uomo non potesse godere di tutto quello che la natura, la potente creazione di Dio, gli offriva.”.
Tutta questa oppressione aveva spese enormi da sostenere. I processi, i giudici e gli inquisitori erano parte di questa enorme follia che richiedeva denaro per poter continuare ad operare. Quindi si utilizzavano i fondi dei comuni, gli averi degli inquisiti e si intentavano processi contro tutti: uomini e esseri nocivi come i bruchi.
La Valtellina nel 1639 ritorna sotto il dominio dei Grigioni e l’inquisizione ad opera della chiesa venne abbolita, ma i procedimenti contro le streghe non cessarono. I podestà divennero i nuovi inquisitori e i giudici laici non furono meno pronti dei loro predecessori cattolici a condannare e ad intascare le ricchezze degli inquisiti.
Come l’autore del libro, anch’io ad un certo punto mi sono chiesta: “Si era in buona fede? Non credo: non tutti certamente lo erano.”

Il libro volge al termine ed il lungo e perfido processo tenutosi nel 1646 contro Margherita Tognona di Villa di Chiavenna, racchiude tutto quello che l’autore ha raccontato fino a questo punto.
Gli ultimi processi contro le streghe si tennero verso il 1796: “Giustizia divina! Quel Dio che immobile sembrava sordo agli scongiuri, alle suppliche, alle lacrime e agli strazi di coloro che lo invocavano a testimonio della loro innocenza, e che i giudici bestemmiavano come ispiratore delle loro ingiustizie…meditava la vendetta. Lasciava accumulare dai potenti e dai carnefici le colpe: quel Dio permise che il popolo aizzato e reso cieco dalla peversità dei governanti si facesse iniquo, e alla sua volontà si ribellasse e si vendicasse, e volle assistere impassibile agli eccidi e alle stragi della rivoluzione che soppresse il mondo antico…”.

La strega vive ancora?
“L’é ona stria (è una strega) si dice volgarmente in tutti i paesi della valle a una donna astuta, o svelta e intelligente, o linguacciuta.”

Altro:

  • Tutte le parti tra virgolette (es.“streghe”) sono trascritte dal libro senza nessuna modifica.
  • La Baita del Gioco

Mi chiedo sempre, quando i post sono troppo lunghi come questo, se tutti i lettori arrivano fino alle fine. Se stai leggendo queste parole: grazie!

Serena

Di Serena Dalan

Mi piace viaggiare, camminare, leggere e cucinare dolci. No carne, solo vegetali. --- I like travelling, walking, reading and cooking cakes. No meat, just veggies.